Rilanciare Roma nel III millennio

Rilanciare Roma nel III Millennio: un dovere

In questi momenti di “domiciliazione semi forzata” il pensiero va a come vivremo tutti dopo questa straordinaria circostanza del Covid che, fino a un anno fa, ci sarebbe sembrata a tutti impossibile.

Dobbiamo tutti diventare dei “progettisti” del nostro futuro, immaginando come potrà essere la nuova realtà, un esercizio difficile perché aperto a molti errori, ma allo stesso tempo molto affascinante, perché abbiamo di fronte un’occasione irripetibile di ricominciare un cammino di progresso e di miglioramento della qualità della vita dei nostri concittadini e della nostra città.

Ebbene, se accettiamo tutti questo ruolo non possiamo non partire dalla constatazione che Roma è una città unica al mondo per la sua storia millenaria e per il suo immenso patrimonio storico e culturale unico al mondo che rappresenta. Se tutto ciò è vero è altrettanto vero che sui romani del III millennio incombe la responsabilità ed anche l’onore di tramandarlo a tutti, possibilmente, conservandolo e migliorandolo per quanto possibile.

Con questa consapevolezza, non molto diffusa nei romani del 2021, probabilmente, per la consuetudine nel vivere in questo immenso patrimonio ciascuno la propria quotidianità, il futuro di questa nostra città non può non iniziare dalla tutela e valorizzazione di questo suo grande patrimonio. Una valorizzazione che non deve essere vista come una sorta di musealizzazione della città, ma come un’occasione per un grande sviluppo economico e sociale, finalmente, capace di mettere a profitto la sua storia millenaria e di non viverla più come un grande impedimento.

Per valorizzare questo patrimonio universale di Roma, non possiamo prescindere dal migliorare e aumentare la dotazione culturale della città, incominciando dal coordinamento dei quasi 100 Istituti di cultura che abbiamo a Roma, proprio per creare nuovi programmi e iniziative che diventano un grande richiamo per venire a visitare e/o studiare in questa nostra città.

Un’economia della cultura che per distribuire a tutti benessere, ci obbliga di ritornare a pensare alla città in modo complessivo, immaginandola piena di servizi moderni, efficienti ed efficaci per renderla facilmente fruibile ovvero per creare a Roma un “turismo diffuso”, nel senso di essere capace di coinvolgere tutta la città e non solo il suo centro storico. Tutto ciò per superare le aberrazioni di quello finora dominante, quello del “mordi e fuggi” che ha fatto finora la fortuna di pochi e creato disagio a molti, soprattutto a quelli che vivono nel centro storico della città.

Per arrivare ad avere a Roma un turismo diffuso e culturale, è fondamentale risolvere il problema del traffico quotidiano, per superare i disagi e i costi che crea alla città e per farlo, così come stanno facendo tutte le città più avanzate nel mondo, dobbiamo dotare tutta la nostra città di un sistema di “mobilità pubblica e sostenibile”.

Per realizzare questo in una città storica come Roma vanno pensate soluzioni innovative capaci di invogliare e così ridurre velocemente l’uso dell’auto privata per spostarsi nella città e per fare questo occorre pensare ad un Piano per la Mobilità per tutta l’Aerea Metropolitana romana ovvero quella del grande Comune di Roma con i Comuni satelliti che la circondano e che ne fanno la più grande Area Metropolitana italiana, ma che da decenni ormai aspetta un suo riconoscimento istituzionale.

Nel III millennio e nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni di Roma capitale d’Italia, bene ha fatto il Parlamento a creare un’apposita Commissione per riconoscere alla città lo status di Capitale, dotandola di poteri e fondi adeguati, così come hanno già fatto molte altre capitali nel mondo.

Ma questo da solo non basta. È urgente recuperare per la città e per il Paese uno spirito di pianificazione istituzionale e poi urbanistico che indichi una visione per il futuro della città che deve essere sostenibile con il suo patrimonio culturale, naturale e culturale.

Avere disponibili al più presto i Piani sopra indicati è fondamentale, perché significa dare alla città delle linee di sviluppo chiare, condivise e pubbliche, con le quali potranno essere messi a profitto i grandi investitori pubblici e privati che attendono da anni di poter investire su Roma per creare non solo nuovi metri cubi di edilizia, ma anche infrastrutture di mobilità sostenibile, campus ecc. con iniziative di project financing, così come si sta facendo in tante altre parti d’europa e del mondo, per trasformare e adeguare la nostra città. Tutti processi che, per creare benessere collettivo, hanno però bisogno di un governo pubblico efficiente e di grande qualità.

Se per la nostra città saremo capaci di attivare questo processo, si potranno incominciare a risolvere i grandi mali di Roma, come quello delle sue periferie, nella quale vive quasi la metà dei romani, per le quali è urgente concludere la fase dei condoni per aprire quella della “trasformazione” che è e sarà fondamentale per dare la dignità di città a questa Roma sempre trascurata.  

Concludendo, se pensiamo a Roma come “capitale” non possiamo non accettare alcuni punti che qui, per amore della sintesi, elenchiamo:

  1. Roma deve diventare “metropolitana”, al di là del giudizio che ognuno di noi pensa su questa ultima sindacatura, non è più accettabile gestire una capitale con il vecchio “Comune di Roma”;
  2. Va avviato a soluzione il “problema del traffico a Roma” che non solo non è più accettabile, ma è anche una delle cose più costose per questa città, non solo per l’inquinamento, ma anche economico (un ns. studio ha documentato (2.200 €/ab/anno). Va avviato e concluso, visto il tempo straordinario che viviamo, il “Piano della Mobilità Metropolitana”, per offrire una nuova “rete di mobilità pubblica sostenibile”, fatta di piste ciclabili, tram e monorotaie leggere, tipo People Mover, a gestione automatica, in grado di offrire una mobilità pubblica “smart” che abbia anche un’eccezionale capacità d’integrazione ambientale con “la campagna romana”, soprattutto, nelle periferie per farle diventare città della grande Roma Metropolitana del III millennio;
  3. Va avviata e sostenuta fiscalmente e finanziariamente, una nuova politica di “rigenerazione e riqualificazione”, modificando e aggiornando le normative di riferimento, per stimolare una “nuova edilizia del recupero e del riuso”, chiudendo per sempre la stagione dei “condoni” per avviare quella “trasformazione”;
  4. Vanno pianificate e riorganizzate tutte le nostre (13) Università e Centri di Cultura internazionali (oltre 90), per integrarli in nuovi programmi e attività culturali capaci di attirare a Roma il meglio della ricerca mondiale e di conseguenza migliaia di studenti interessati a migliorare e/o integrare i propri curricula professionali. Lo diciamo pensando che il futuro dell’istruzione non sia rivolto solo ai ragazzi, ma a nuove forme “di istruzione permanente e professionale” per tutte le età;
  5. Infine, ma non certamente ultimo, l’avvio di un “Piano per il turismo a Roma e forse anche nazionale”, così come hanno già fatto altre città europee (vedi Barcellona), affinché sia un’occasione di promozione sociale culturale per tutti, non solo per le varie Compagnie multinazionali che da tempo, impunite, ci stanno propinando modelli “consumistici di un turismo mordi e fuggi” che sta sconvolgendo il centro storico della città.

Non andiamo oltre perché riteniamo che quanto già sopra esposto sia molto impegnativo, ma necessario se vogliamo veramente bene a questa straordinaria città che il mondo ci invidia e che noi italiani, ed in particolare romani, abbiamo il “dovere non solo di tutelare e conservare” ma di “migliorare” per noi e per le nostre future generazioni.  

Roma, 15 Maggio 2021

Ing. Fausto Testaguzza

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Fausto

Buongiorno a tutti, questa vicenda dei rifiuti a Roma mette a nudo, a mio avviso, una verità, quella della deriva della politica in questi ultimi 30 anni, quando fare politica è diventato solo fare da megafono alle esigenze della piazza, invece di assumersi l’onere di decidere, spiegando al cittadino la necessità di comportamenti meno viscerali e più virtuosi. Es. come scopare le foglie del proprio giardino sul marciapiede pubblico, invece di raccoglierle in un contenitore. Sarà un esempio banale, ma qui non c’è più nessuno che educa i nostri figli, i cittadini ad imparare qualche qualità e poi ci lamentiamo !